PALERMO - L'assoluzione perché il fatto non sussiste per il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, dall'accusa di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e rivelazione di segreto d'ufficio nel processo per le "talpe" di Palermo è stata chiesta, al termine dell'arringa difensiva, dall'avvocato Antonino Caleca, uno dei legali del Governatore siciliano.
Dopo tre ore e mezzo di discussione, Caleca ha chiesto ai giudici della terza sezione del Tribunale, presiduta da Vittorio Alcamo, di assolvere il presidente della Regione, assente in aula, dall'accusa di tutti gli episodi che vengono contestati dall'accusa che, al termine della requisitoria, hanno chiesto la pena a otto anni di carcere per Cuffaro.
Caleca ha diviso la sua arringa in due parti, quella realtiva al favoreggiamento aggravato a Cosa nostra, per il quale ha chiesto l'assoluzione alla fine della prima parte e quella relativa alla rivelazione di segreto d'ufficio, per la quale ha fatto la stessa richiesta.
Secondo il calendario delle arringhe stilato dalla terza sezione del Tribunale, già il prossimo 18 dicembre il collegio potrebbe ritirarsi in camera di consiglio per emettere la sentenza del processo alle cosiddette "talpe" della Dda. Lo ha confermato il presidente Alcamo, ricordando che l'ultima arringa è prevista per il 17 dicembre e che, se non ci saranno repliche, il Tribunale si potrà subito ritirare per redigere la sentenza.
L'unica incognita che pende sulla tabella di marcia già prevista dal presidente è l'esito dell'istanza di rimessione "per legittima suspicione" sollevata qualche tempo fa dai difensori di Cuffaro, in seguito alle polemiche sorte in Procura sul reato da contestare al Governatore siciliano. La Corte di Cassazione discuterà il "caso Cuffaro" il prossimo 11 dicembre. A trattare il fascicolo sarà la settima sezione, quella competente sull'eventuale inammissibilità dell'istanza.
27/11/2007
Fonte: La Sicilia
2 commenti:
Speriamo che lo ingabbiano.
speriamo si....
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