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Il politico canicattinese non ha rilasciato commenti alla stampa ma si è detto «fiducioso nell'operato della magistratura e dei giudici che stanno esaminando la sua posizione nel corso del processo "Alta Mafia" in fase di svolgimento presso il Tribunale di Agrigento». I problemi giudiziari di Vincenzo Lo Giudice, erano iniziati il 29 marzo del 2004 quando alle prime luci dell'alba venne arrestato insieme ad altre 42 persone nell'ambito dell'operazione «Alta Mafia» coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ed eseguita dagli agenti della Squadra Mobile di Agrigento e del capoluogo siciliano.
Secondo gli investigatori con quella operazione era stata sgominata una organizzazione dedita al controllo degli appalti pubblici in Sicilia con particolare riferimento alla provincia di Agrigento. Da quel momento le porte del carcere per Vincenzo Lo Giudice si sono aperte due volte. La prima per andare agli arresti domiciliari a causa delle sue condizioni di salute non buone per problemi cardiaci e l'altra per gli ospedalieri sempre a causa dello stesso motivo. Decisioni queste però che erano state impugnate dai magistrati della Dda i quali avevano presentato ricorso facendo finire nuovamente in carcere il parlamentare siciliano.
Giovedì mattina, invece è giunta la scarcerazione per decorrenza dei termini della custodia cautelare. In sostanza i suoi due legali di fiducia gli avvocati Roberto Tricoli del foro di Palermo e Lillo Fiorello del foro di Agrigento si erano appellati al diniego di scarcerazione per decorrenza dei termini da parte del Tribunale di Agrigento. Giovedì mattina è arrivata la decisione dei giudici del capoluogo siciliano i quali hanno restituito la libertà a Vincenzo Lo Giudice. «Non è da escludere - ha detto dei suoi legali di fiducia l'avvocato Roberto Tricoli - che già dalla prossima udienza del processo "Alta Mafia" Vincenzo Lo Giudice possa essere presente in aula».
Fonte: La Sicilia
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