Fonte: La Sicilia
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giovedì, marzo 01, 2007
Sciopero della fame di L'Abbate
«Se non verrà trasferito a Palermo e sottoposto agli accertamenti pretrapianto presso l'Ismett, rifiuterà il cibo e le medicine per porre fine a un trattamento disumano, contrario alle disposizioni dettate dalla Costituzione e dall'ordinamento penitenziario». L'affermazione è degli avvocati Enrico Quattrocchi e Antonino Gaziano i quali assistono l'empedoclino Calogero L'Abbate il quale ha seri problemi di salute al punto da essere autorizzato dal Gip di Palermo al trasferimento a Palermo per essere messo in lista d'attesa per un trapianto al fegato. Nei giorni scorsi, i legali di L'Abbate avevano chiesto che venisse trasferito dal carcere di Pisa, dove si trovava rinchiuso, a quello di Palermo. Invece il trasferimento è stato effettuato al carcere di Roma e ciò ha indotto il detenuto - tramite i sui avvocati - a lanciare il grido d'allarme, essendo piuttosto gravi le sue condizioni di salute a seguito di una cirrosi. Calogero L'Abbate è stato condannato a 5 anni di reclusione per mafia al processo «Fortezza» (pendente in Cassazione), a 4 anni di carcere per illecita concorrenza aggravata (pendente in Corte d'Appello) ed è indagato e sottoposto a custodia cautelare in carcere per associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, per detenzione di armi e altro (blitz «Sikania»).
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