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Un´intercettazione dell´estate 2001 è il nuovo capitolo dell´atto d´accusa della Procura contro
Antonino Borzacchelli, ritenuto un anello del sistema delle talpe: «
Cintola mi disse che vede il nostro arresto imminente - ribadiva a un´amica l´imprenditore
Sebastiano Iuculano (indagato per mafia e poi archiaviato) - Borzacchelli gli disse così». E ancora: «Borzacchelli è un elemento proprio di quelli giusti, che la mafia vuole che non si tocca, e gli sbirri lo hanno messo là per fare tutte queste cose e perché aiuta la mafia». E poi: «Tutti si chiedono chi lo protegge, perché comanda, comanda, comanda. Lui è maresciallo, ma è come se fosse un colonnello. Hanno gente del Sisde, gente del ministero dell´Interno, gente di politica grossa, c´è da diventare pazzi con questo». E infine: «Non è che ti pare che sono tutti contenti di Borzacchelli. La mafia, quella tipo come
Aiello, e come qualcuno che sono infami e sbirri, quello che è mafioso ci sta bene, ma ci sono persone alle quali non sta tanto bene». I pubblici ministeri
Maurizio De Lucia e Nino Di Matteo hanno depositato le intercettazioni ieri mattina, al processo contro il maresciallo ex deputato. Assieme al verbale di Iuculano, interrogato nei giorni scorsi: l´imprenditore, che è padre di Carmela, oggi collaboratrice di giustizia, ha confermato quelle parole. All´epoca, Sebastiano Iuculano era un «galoppino» di Cintola: «Mi piangeva e mi diceva, Vastiano mi stanno arristannu, a mia, a tia». Iuculano conferma che Cintola avrebbe avuto quelle notizie da Borzacchelli. Spiega poi di aver cercato di confortare l´amico politico «Gli dissi,
Totò, ora basta, tu gli devi dire una cosa (a Borzacchelli, ndr): sei tu il delinquente, sei stato finanziato da Aiello, la mafia ti ha fatto il Biancofiore, e fa votare anche altri candidati solo per farti scattare il seggio». L´imprenditore di Cerda rivela infine un´altra confidenza che avrebbe ricevuto da Cintola in quel periodo: il maresciallo diceva di voler arrestare
Domenico Miceli, anche lui candidato alle Regionali, perché gli «rubava voti». Erano mesi «difficili» per i politici, così spiega Iuculano. In quei giorni si diceva che «
Cuffaro era sotto la cultura di Mannino, che pure lui aveva questa idea di far fare politica agli sbirri per poi ritrovarseli. È una vecchia tradizione». Così ha concluso Sebastiano Iuculano, che si vantava di essere un «vecchio» della politica. Nelle sue parole, c´è anche il giallo di un impiegato del tribunale che lo avrebbe messo in guardia: «Allontanati da Cintola, stanno archiviando, ma un magistrato non vuole». Poi, quell´impiegato si suicidò. Dice Iuculano: «Non vorrei che abbia avuto qualche rimorso per le notizie che mi dava».
Fonte: La Repubblica
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