“Vogliamo testimoniare il positivo che è presente in questa terra meravigliosa” ha detto don Ciotti, precisando che quello del 21 marzo “non sarà un corteo, ma un momento di grande riflessione”. Il sacerdote ha ricordato le tante vittime innocenti delle mafie: negli ultimi dieci anni, ben 2.500 persone sono state uccise dal crimine organizzato e di queste 150 erano vittime innocenti, di cui 37 adolescenti e bambini. Per celebrare la Giornata è stato scelto, non a caso, il primo giorno di primavera; la decisione di farla in Calabria deriva dal fatto che in quella regione, tra il 2005 e il 2006, si sono registrati più di 300 atti intimidatori verso amministratori pubblici, e perché lì è avvenuto uno degli omicidi più eclatanti, quello del vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Fortugno.
Ma anche lì “è possibile cambiare”, come ha sottolineato il parroco di Polistena, don Pino Demasi, mentre la giovane Stefania Grasso, figlia di una vittima della criminalità organizzata, ha esortato a “dare un senso alla morte, chiedendo e dando un forte impegno, e dare un senso al dolore”.
Fonte: giornale di calabria
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