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MESSINA - 218 anni di carcere per 18 imputati e 16 assoluzioni. È la sentenza emessa dai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Messina, presieduta da
Bruno Finocchiaro, al boss
Luigi Galli e ad altri componenti del clan messinese di Giostra nell'ambito del processo "Scilla e Cariddi" imbastito contro capi e gregari della cosca. L'accusa, sostenuta dal sostituto procuratore
Giuseppe Verzera, aveva chiesto 400 anni di carcere per tutti i 34 imputati. Dal processo è emerso che il capo della famiglia mafiosa Luigi Galli, nonostante fosse ristretto in regime di carcere duro riusciva ad impartire ordini ai suoi gregari attraverso la moglie
Angela Marra e il reggente
Giuseppe Gatto. Al centro della loro attività criminale, soprattutto il traffico di stupefacenti e le estorsioni, ma anche le corse clandestine di cavalli. Accertati il contributo delle donne nella gestioni degli affari della cosca e un rapporto con la 'drina calabrese dei Delfino. Questi i condannati:
Antonino Arrigo (16 anni), Giovanni Arrigo (18 anni), Giuseppa Biondo (8 anni), Giovanna Bonanno (6 anni e 8 mesi), Giuseppe Bonanno (14 anni), Orazio Bonanno (14 anni), Rosario Bottari (18 anni), Michele Cento (8 anni), Rita Chiarello (8 anni), Luciano Cordì (8 anni), Bruno Delfino (20 anni), Luigi Galli (10 anni, in continuazione con la condanna per il processo "Giostra"), Giuseppe "Puccio" Gatto (10 anni, anche lui in continuazione), Angela Marra (la moglie di Galli, 12 anni), Antonella Minardi (9 anni e 4 mesi), Pietro Minardi (14 anni), Natale Paratore (10 anni), Eduardo Perrone (14 anni).
05/12/2006
Fonte: La Sicilia
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