martedì, luglio 18, 2006

Parla Grasso

SIRACUSA - "Oggi l'impresa mafiosa penetra nell'economia pulita riversando in essa sempre più denaro sporco. Così facendo la libertà d'impresa rischia di diventare un simulacro". L'economia dunque sarebbe il terreno preferito dei movimenti mafiosi. Secondo il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, oggi all'Isisc, l'Istituto superiore internazionale di scienze criminali, per la sessione conclusiva della conferenza nazionale sul tema "Pubblica amministrazione, diritto penale e criminalità organizzata" promossa dall'Opco, l'Osservatorio permanente sulla criminalità organizzata, organismo permanente di consulenza della Regione siciliana, "il concetto di impresa mafiosa è oggi quanto mai complesso"."La mafiosità, infatti, non è tanto legata al tipo di attività svolta, che anzi assai spesso è di per sè assolutamente lecita, quanto piuttosto ai metodi utilizzati. Oggi esiste una rete di relazioni personali estremamente vischiosa, nella quale si preferisce entrare piuttosto che isolarsi". Grasso ha quindi tratteggiato tre macro tipologie di rapporti tra imprese e mafia: "l'acquiescenza pura e semplice al ricatto; la resistenza, finchè si può (anche se da alcune indagini è emerso che in taluni casi era la stessa mafia ad incoraggiare l'adesione delle vittime alle associazioni antiracket, sancendo il tentativo della mafia di infiltrarsi nell'antimafia); la connivenza, che può assumere diverse forme: riciclaggio, accettazione di un ruolo di capo-cordata nei rapporti con la pubblica amministrazione. Ci sono imprenditori che è difficile definirli come inquadrati in un'organizzazione, che però svolgono tale ruolo, traendone vantaggio"."Infine - dice Grasso - l'impresa connivente può fruire dei vantaggi di tali rapporti anche nel settore privato. Ecco perchè la mafia non potrà mai essere compatibile con un'economia sana". La sessione finale della conferenza è stata presieduta da Giovanni Tenebra, responsabile del comitato scientifico dell'Opco.
16/07/2006
Fonte: La Sicilia

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