GELA (CALTANISSETTA) - L'amministrazione comunale di Gela ha pagato per circa due anni lo stipendio minimo di sopravvivenza a un dipendente comunale detenuto e interdetto in perpetuo dai pubblici uffici in seguito a una condanna definitiva all'ergastolo per omicidio e associazione mafiosa. Nessuno, negli uffici del personale, aveva visto i documenti pervenuti dall'amministrazione della giustizia e l'uomo aveva continuato a ricevere il cosiddetto assegno alimentare di 600 euro. È stato il nuovo capo del personale ad accorgersi dell'errore (quello precedente era stato trasferito dal sindaco per gravi inadempienze).
Lo ha segnalato al segretario generale e quindi al sindaco, che ha ordinato di richiedere al casellario giudiziale nuovi certificati penali per aggiornare i fascicoli personali di tutti i dipendenti. Intanto è stata avviata contro il dipendente l'azione di recupero delle somme indebitamente incassate. "Anche questo - ha detto il sindaco Rosario Crocetta - è il segno del cambiamento, perchè in passato, sono stati commessi errori più gravi ma nessuno si è mai accorto di nulla". Crocetta, ha puntualizzato che è stata avviata un'azione di monitoraggio e controllo "dopo la sospensione dall'elenco dei beneficiari del Reddito Minimo di Inserimento (Rmi) della moglie del boss latitante, Emmanuello, effettuata nell'aprile scorso".
04/07/2006
Fonte: La Sicilia
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