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PALERMO - Resta sconosciuto l'autore del "papello", lo scritto che proverebbe il tentativo di patto tra mafia e Stato. Del documento, analizzato dalla Scientifica, al momento, si sa soltanto che proviene da un'unica mano. Sono le conclusioni dei consulenti della procura di Palermo, gli ispettori
Maria Caria e Marco Pagano, che questa mattina hanno deposto al processo al generale
Mario Mori e al colonnello Mauro Obinu accusati di favoreggiamento alla mafia. I due tecnici hanno esaminato 55 tra scritti attribuiti dai pm all'ex sindaco Vito
Ciancimino e pizzini che proverrebbero dal Boss Provenzano. I consulenti hanno esaminato davanti al tribunale i singoli documenti tra i quali il papello. "Su 27 elementi di comparazione forniti - hanno detto - solo 8 erano utili, perché gli altri erano o semplici firme o scritti in corsivo, mentre il papello è vergato in stampatello". Quindi l'esame ha escluso con certezza l'attribuzione del documento solo ad otto dei soggetti analizzati. Per gli altri gli elementi di comparazione non sono sufficienti. Tra i campioni di confronto c'erano scritti, tra gli altri, dei boss
Totò Riina, Pietro Aglieri e Antonino Cinà. A don Vito è sicuramente riconducibile, invece, il cosiddetto contropapello, scritto dall'ex sindaco dopo aver letto le richieste a suo dire folli fatte da Riina allo Stato nel papello. E sempre di Vito Ciancimino, secondo i consulenti, sono tutti gli altri documenti depositati dai pm tra i quali il foglietto in cui si legge "on. Berlusconi metterà a disposizione una sua rete televisiva".
Fonte: La Sicilia